YOU’RE NEXT

Coppia agiata di mezza età, Paul e Aubrey Davison scelgono di trascorrere l’anniversario di matrimonio nella propria villa di campagna. Per l’occasione, vogliono intorno a loro i tre figli maschi con le rispettive compagne e la figlia femmina con il nuovo fidanzato. Una volta a tavola per festeggiare mamma e papà, un battibecco tra fratelli si trasforma in lite catalizzando l’attenzione di tutti, almeno fino a quando una freccia scagliata da fuori non colpisce in fronte uno dei commensali.
Declinato in salsa horror, il sottogenere “home invasion” ha con You’re Next una delle sue più chiare e incontrovertibili applicazioni: all’interno della sua stessa casa, una famiglia diventa oggetto di un inspiegabile massacro da parte di uomini, col volto coperto da maschere raffiguranti animali, armati di mazze e balestre. A ben vedere, non c’è molto altro nel film di Adam Wingard, che sembra per lo più impegnato a mettere in fila una sequela di situazioni da manuale: dall’esecuzione iniziale in stile Scream si passa – dopo una sommaria presentazione dei personaggi – ad un campionario di sequenze in cui si dà fondo a tutte le retoriche del genere. Nessuna esclusa. Con salti sulla sedia più o meno genuini, il racconto comincia a meglio definire quello che, tra i dieci piccoli borghesi in scena, arriverà alla fine della partita. E sarà una bella sorpresa per tutti vedere come e perché ci riuscirà.
Già la scelta delle facce degli attori, in realtà, fornisce una risposta ai pochi interrogativi disseminati nel quadro, segno di quanto la soluzione dell’enigma interessi poco un regista che si dà un gran da fare soprattutto per strappare il sorriso dell’appassionato o la risata dello spettatore con lo stomaco forte. Alla luce delle intenzioni, che lo script risulti soltanto un insieme di scene d’azione (violenta) non sarebbe per forza un punto di demerito, sebbene aver perso l’occasione di sviluppare in maniera più sottile il rapporto tra i vari famigliari rimane uno spreco poco perdonabile. Limitandosi a mettere in bocca ai personaggi solo qualche battuta isterica, infatti, lo sceneggiatore Simon Barrett ha tolto potenziale spessore ad un horror che finisce per passare come l’ennesimo gioco sul genere, magari divertente, ma sterile. Al di là delle sue evidenti mancanze, il film rimane comunque di fattura discreta, con un accettabile crescendo di sangue che finisce nell’ennesimo sberleffo. Erik, il primo morto ammazzato, è interpretato dal regista e produttore Larry Fessenden, mentre mamma Aubrey ha il visino indimenticabile di Barbara Crampton, interprete di Re-Animator e di altri titoli di Stuart Gordon.

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