UNA CASA ALLA FINE DEL MONDO

obby Morrow è un bambino che ha un fratello meraviglioso, Carlton, che gli insegna a sorridere alla vita. Carlton muore tragicamente, e dopo di lui tutti i familiari di Bobby, che pur se solo, non perde la gioia di vivere. Viene accolto nella famiglia del suo miglior amico, Jonathan, che diventa rapidamente la sua. È impossibile non amare Bobby, così naive e pronto a dare amore a chiunque gli stia accanto,. Il tempo passa, i ragazzi crescono: Jonathan si è scoperto gay e si è trasferito a New York, Bobby fa il pasticciere a Cleveland. Quando Alice, la mamma di Jonathan, si trasferisce col marito, Bobby raggiunge Jonathan a New York e conosce Clare, che vive nella stessa casa. I due si innamorano, ma anche Jonathan ama Bobby, e Bobby ama tutti. Beh, in fondo una famiglia puoi fartela come ti pare e piace, anche a tre!
Mayer debutta al cinema dopo una lunga carriera di successi teatrali con un film che non è autobiografico ma poco ci manca. È tratto infatti dal romanzo scritto dal suo buon amico Michael Cunningham (quello di The hours), che come lui negli anni ’70 era un giovane pieno di ideali, innamorato della vita e convinto che un mondo migliore fosse possibile. Questo sogno è il vero protagonista del film, che trova incarnazione nel personaggio di Bobby, candido e amorevole (ma non ingenuo) ragazzotto di provincia interpretato da Colin Farrell. Farrell è proprio al nota stonata del film: con la sua aria da macho mal si adatta al ruolo, nonostante l’espressione da tonto gli venga piuttosto bene. Molto più convincente Dallas Roberts, che Mayer si è portato dietro dal teatro, azzeccando una mossa che speriamo sia solo la prima per un attore così bravo.

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